Pasolini/I Turcs tal Friùl, Marin/El critoleo del corpo fracassao: incontro con Ivan Crico

Venerdì 27 gennaio 2023

ore 18

Presentazione di

Pier Paolo Pasolini

I Turcs tal Friùl

Biagio Marin

El critoleo del corpo fracassao

con il poeta e curatore

Ivan Crico

Introduce

Maurizio Casagrande

 

Presentiamo insieme ad Ivan Crico e Murizio Casagrande due raccolte di poesie – una di Pier Paolo Pasolini, e una di Biagio Marin – appartenenti alla collana Ardilut di poesia bilingue ideata da Giorgio Agamben per Quodlibet: “Il disegno dell’ardilut (valeriana selvatica), scelto dal giovane Pier Paolo Pasolini per le sue pubblicazioni in friulano, viene qui ripreso come simbolo della collana, che intende, a più di quarant’anni dalla morte del poeta, proseguire e verificare nella nuova realtà linguistica del xxi secolo la sua riflessione sul rapporto fra lingua e dialetto”.

Su “I Turcs tal Friùl” di Piera Paolo Pasolini:

Nel 1944, nel Friuli percorso dalle truppe naziste e devastato dai bombardamenti anglo-americani, il giovane Pier Paolo Pasolini scrive in friulano un dramma, a metà fra la tragedia e la sacra rappresentazione, che contiene, in una drastica e quasi profetica abbreviazione, tutti i temi della sua opera futura. Soggetto del dramma è l’invasione dei Turchi in Friuli del 1499, testimoniata da una lapide che il giovane poeta poteva leggere nella chiesa di Casarsa; ma, sotto l’apparenza di un’evocazione storica, è tutto il mondo di Pasolini che I Turchi in Friuli mette in scena in un inestricabile ordito di elementi personali (i protagonisti portano lo stesso nome della madre Susanna Colussi) e motivi ideali: l’appassionata fede religiosa e la rivolta contro la Chiesa, l’amore per la vita e la fascinazione per la morte (l’uccisione di Meni Colùs alla fine del dramma sembra annunciare quella del fratello Guido solo un anno dopo), l’impegno nell’azione e la fuga nella preghiera. E non è certo un caso se tutti questi motivi, almeno in apparenza contraddittori, si compongono in una parola che è la stessa che il poeta molti anni dopo avrebbe proposto come titolo per la raccolta delle sue poesie complete: bestemmia.
Il libro presenta il testo originale nell’autorevole revisione critica di Graziella Chiarcossi, accompagnata dalla traduzione in versi di Ivan Crico, uno dei più sensibili poeti friulani di oggi.

Su “El critoleo del corpo fracassao” di Biagio Marin:

Il 6 novembre, giorno dei funerali di Pasolini a Casarsa, Marin annota nel suo diario: «Or ora ho scritto alcuni miei poveri versi, per tentare di liberarmi dalla pena che ho in cuore, provocatami dall’episodio della sua morte, dal modo della sua fine. Quel diciassettenne che non si è accontentato all’abbatterlo, ma passa con l’automobile sul suo corpo ancora vivo, per finirlo del tutto, e lo schiocca e l’uccide, chi era? Che cosa era?». I «poveri versi» in questione sono uno dei vertici della poesia dialettale del Novecento: El critoleo del corpo fracassao, che qui si pubblica accompagnato per la prima volta dalla traduzione italiana di Ivan Crico. In tredici densi, luminosi componimenti in quartine rimate, la memoria del poeta assassinato viene restituita al dolce paesaggio della terra friulana e lo scricchiolio del corpo fracassato si ripercuote nel ritmo cadenzato di una indimenticabile litania, dove «il mio canto col tuo si confonde /… il mare è uno, con le sue tante onde». (dal sito di Quodlibet).

Ivan Crico è nato a Gorizia il 1 novembre 1968. Si dedica allo studio della pittura fin da giovanissimo, laureandosi all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Attualmente insegna al Liceo artistico di Gorizia e all’Accademia di Belle Arti di Udine. Parallelamente all’attività artistica, dal 1992 ha iniziato a collaborare con gli amici poeti Amedeo Giacomini, Gian Mario Villalta, Mario Benedetti e Pierluigi Cappello (con cui ha ideato la collana di poesia la “Barca di Babele”). Scrive in lingua e nell’arcaico idioma veneto bisiàc di Pieris (GO).  Nel 2019 è uscita l’antologia dell’opera edita (1989-2018) L’antro siel del mondo, LietoColle – Fondazione Pordenonelegge, a cura di Elenio Cicchini e Nicoletta di Vita, con introduzione di Giorgio Agamben, nella collana Gialla Oro curata da Augusto Pivanti. Sempre nello stesso anno per Quodlibet, su invito di Giorgio Agamben, ha curato la traduzione poetica dell’opera di Pier Paolo Pasolini I Turcs tal Friùl e, nel 2021, “El critoleo del corpo fracassao” di Biagio Marin, poesie scritte subito dopo la scomparsa dell’amico Pier Paolo Pasolini.
Della sua poesia – pubblicata su importanti riviste italiane e all’estero – si sono occupati diversi studiosi italiani come, tra gli altri, Giorgio Agamben, Antonella Anedda, Mario Benedetti, Franco Brevini, Manuel Cohen, Milo De Angelis, Gianni D’Elia, Franco Loi, Giovanni Tesio.
Maurizio Casagrande è nato a Padova nel 1961 ed insegna lettere nelle scuole superiori. Dopo la laurea in filosofia ha maturato interesse per la poesia e la critica occupandosi, fra gli altri, di Luciano Cecchinel e Pierluigi Cappello. Ha collaborato con alcune riviste di critica letteraria, in Italia e in Croazia: «Atelier», «Tratti», «La Clessidra», «Capoverso», «La Battana di Fiume». È nella redazione dell’associazione Il Ponte del Sale, che opera a Rovigo dal 2003 per la promozione della poesia. Ha pubblicato In un gorgo di fedeltà (Il Ponte del Sale, Rovigo 2006), volume di interviste a venti poeti italiani (con il fotografo A. Piai), e la raccolta di liriche Sofegòn carogna (Il Ponte del Sale, Rovigo 2011), sua opera d’esordio. Per le edizioni Cofine di Roma sta lavorando, con Matteo Vercesi, ad un’antologia su sedici poeti in dialetto del Veneto, a cavallo fra XX e XXI secolo.