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“Parola plurale”
Rassegna di poesia
a cura di
Giovanna Frene
Lìbrati ospiterà una rassegna di poesia curata dalla poeta Giovanna Frene.
Nel primo incontro verrà presentato il libro Eredità ed Estinzione di Giovanna Frene, insieme alle poete Laura Liberale e Renata Morresi.
Quarta di copertina: Eredità ed Estinzione raccoglie gli ultimi dieci anni della produzione poetica di Giovanna Frene, segnando una nuova fase della sua riflessione sul rapporto tra poesia e storia, nella quale la posta in gioco è la sopravvivenza stessa della cultura, intesa come equilibrio tra memoria e oblio insito nella realtà. Proprio perché la natura dell’uomo è inserita nel tempo, qui la poesia sembra suggerire che la dimensione mnemonica si pone come storia naturale: solo vivificando quelli che si definiscono i «fatti» della storia è dunque possibile sopportare il cortocircuito prodotto dal contatto tra la velocità del mondo contemporaneo e la lentezza di un passato vastissimo. Nel libro sfilano eventi e personaggi solo apparentemente lontani, che assumono di conseguenza una valenza allegorica: la battaglia di Adrianopoli e la morte dell’imperatore Valente si allacciano idealmente, secoli dopo, alla caduta dell’Impero Austroungarico, prefigurata nei tragici accadimenti di Mayerling; al brulichio della politica che prelude alla Prima guerra mondiale, fino alla deflagrazione di Sarajevo, si contrappone la vicenda di un soldato italiano semicolto che fa sentire la sua personalissima voce nel tessuto delle Canzoni all’Italia, cuore pulsante della tradizione letteraria italiana. In questo tragitto ricostruito a frammenti dalla poesia il bene risulta non separabile dal male, come dimostrano i testi sul bombardamento di Dresda o sul recente processo a Milošević all’Aja. Nella struttura circolare del libro (avallata dal frequente ricorso al leit-motiv) la cavalcata di un invisibile cavaliere dell’apocalisse finisce per sovrapporsi all’emergere della vicenda soggettiva del poeta, ponendo le basi per un nuovo tipo di lirica.
Giovanna Frene poeta e studiosa. Tra i suoi libri di poesia: Spostamento (Lietocolle, 2000); Datità (Manni, 2001), con postfazione di Andrea Zanzotto (riedito da Arcipelago Itaca, 2018); Sara Laughs (D’If, 2007); Il noto, il nuovo (Transeuropa, 2011); Tecnica di sopravvivenza per l’Occidente che affonda (Arcipelago Itaca, 2015). È inclusa in varie antologie italiane e straniere, tra cui Grand Tour. Reisen durch die junge Lyrik Europas, a cura di Jan Wagner e Federico Italiano (Hanser, 2019); Nuovi Poeti italiani 6 (Einaudi, 2012); Poeti degli Anni Zero (Ponte Sisto, 2011); Parola Plurale (Sossella, 2005). Fa parte della redazione del blog del collettivo “poetipost68”. Insegna scrittura poetica alla “Bottega di narrazione” di Giulio Mozzi. Co-dirige il lit-blog “Inverso. Giornale di poesia” e collabora come critica a diverse riviste cartacee e online.
Durante il secondo incontro verrà presentato il libro Autorizzare la speranza di Italo Testa.
Quarta di copertina: Ma di che cosa parliamo quando parliamo di verità? Anche in poesia. Parliamo di una verità di fatto, di un’evidenza da salvaguardare, oppure di una verità che deve ancora venire ed essere svelata? un intellettuale del nostro tempo indaga sulle forme e sulla capacità della parola attuale di rapportarsi alla realtà e al futuro, nell’idea che serve un “coraggio di agire in vista di ciò che individualmente, e insieme, possiamo sostenere solo con la nostra immaginazione”.
Italo Testa vive a Milano e insegna Filosofia Teoretica all’Università di Parma. Ha pubblicato opere di poesia, tradotte in varie lingue. Codirettore della rivista di poesia “L’Ulisse” e del lit-blog “Le parole e le cose”. Ha curato di recente Habits (Cambridge University Press, 2021).
Nel terzo incontro, Giovanna Frene presenterà la collana Gialla-Pordenonelegge di Samuele Editore.
alle ore 18.00
Presentazione di
“Distruggi tutto.
La pulsione di morte al femminile da Freud a Lacan”
di
Micaela Riboldi
(Mimesis)
insieme all’autrice dialoga
Marta Meschini
evento organizzato in collaborazione con Jonas Padova – Centro di clinica psicoanalitica
L’amore può fornire un senso all’esistenza e può fare da supplenza all’impossibilità di essere un tutt’uno con l’altro. A volte l’amore può essere l’effetto di un “troppo” e può dunque diventare tossicomanico. Poiché l’amore tende all’infinito, alcuni tendono a farlo diventare qualcosa senza fine e senza un finale. Gli eventi tragici di cronaca lo sottolineano quotidianamente. Perché il femminile è in primo piano in questo processo? Cosa lo rende così vulnerabile? Nel libro si analizzano, attraverso alcune storie, le possibili uscite e riemersioni dal trauma e come la psicoanalisi possa essere una chiave di lettura di un fenomeno complesso, ma anche una via di cura.
Micaela Riboldi è psicoterapeuta e psicoanalista. Il suo percorso professionale, iniziato nel 1995, ha come filo rosso, all’interno della clinica contemporanea, le condotte di dipendenza nel femminile. Ha collaborato lungamente presso strutture che trattano sia i disturbi alimentari sia le tossicomanie. Dal 2012 è socia di Jonas Italia – Centri di Clinica Psicoanalitica (sede di Bologna). Dal 2015 collabora come psicoterapeuta individuale e di gruppo alla Residenza Gruber, all’interno della Fondazione Seràgnoli. E’ socia fondatrice della Società Bolognese di Psicoanalisi.
Marta Meschini è psicoterapeuta e psicoanalista, socia Jonas dal 2014, responsabile della sede Jonas Padova. Dal 2023 svolge una ricerca su Super Io e godimento femminile presso il GRI (Gruppo di Ricerca Irpa).
Jonas Italia è un’associazione fondata nel 2003 che coordina una rete di Associazioni locali Jonas il cui scopo è offrire consulti psicologici e percorsi di psicoterapia, individuale o di gruppo, a orientamento psicoanalitico per la cura delle forme del disagio psichico contemporaneo, proponendo uno spazio d’ascolto che assegna valore centrale alla parola del soggetto che soffre. Fin dalla sua fondazione, Jonas si è impegnata a portare la psicoanalisi nel sociale in collaborazione con le istituzioni del territorio quali, ad esempio, istituti scolastici, ospedalieri e penitenziari, comunità terapeutiche e associazioni culturali, e organizzando attività ed eventi volti a sensibilizzare e avvicinare la cittadinanza e le istituzioni pubbliche e private alle problematiche del disagio psichico contemporaneo.
dalle 17.00 alle 18.30
Con maestà e con furore
Incontri online tenuti da
Ilaria Durigon
“Con maestà e furore” è un’espressione di Amelia Rosselli, contenuta in Diario ottuso, che descrive la postura con cui molte donne si sono fatte largo nella cultura dominante: con la regalità e l’indipendenza di chi è più libera dai lacci della tradizione, essendone esclusa. E che, in questa assenza di vincoli storici e personali, ha anche la forza necessaria, e l’impeto, per inseguire una strada nuova, fuori dai canoni, fuori dai tracciati culturali comuni. Con inventiva e spregiudicatezza, Amelia Rosselli, Jolanda Insana e Patrizia Vicinelli hanno portato avanti il loro personalissimo progetto poetico, scegliendo liberamente i propri riferimenti, sovvertendo regole e sfuggendo a qualsiasi classificazione o tentativo di inserimento in questa o quella linea poetica, sperimentando linguaggi nuovi, parole nuove, nuove forme e nuove contaminazioni, offrendo al panorama letterario italiano tre percorsi che, “con maestà e furore”, hanno scombinato le carte in un modo che continua a sorprenderci.
Il corso costa 75,00 euro + Iva (totale 91,50).
Il corso è a numero chiuso.
Per iscriversi occorre inviare una mail a libreriadelledonnepadova@gmail.com.
Ilaria Durigon, fondatrice della libreria delle donne di Padova e della Scuola di scrittura Virginia Woolf.
Colette, il gruppo di lettura di Lìbrati
si incontra su
“Il dominio della luce”
Dalla vincitrice dei premi Noma, Yomiuri e Tanizaki, la prima traduzione italiana del romanzo pubblicato a puntate nella rivista letteraria Gunzō.
È primavera, a Tokyo, e un appartamento inondato di luce può sembrare il punto migliore da cui iniziare una nuova vita: una luce totale e inesauribile che inondi le esistenze di una madre e di una figlia che devono imparare a contare l’una sull’altra per la prima volta. Dopo il divorzio, non voluto ma ora testardamente rivendicato, la narratrice reclama così il diritto di costruire uno spazio autonomo in cui esistere sotto l’assedio di nemici sfuggenti: le sfide taciute e inconfessabili della maternità, i demoni benevoli e quelli ostili, l’ambivalenza dei singoli e della società in un continuo gioco di riflessi in cui la luce si dispiega nell’infinito spettro delle sue variazioni, tanto oscura quanto abbagliante nella sua più improvvisa rivelazione.
«Limpido, ricco di atmosfera e profondo, colmo di momenti singolari che indugiano nella mente come un’immagine residua sulla retina».
The Spectator
«Scrittrice tanto sottile quanto elusiva, Tsushima gioca con la luce per indicare l’oscurità».
Financial Times
«C’è qualcosa di profondamente seducente nell’essere trascinati nei pensieri intimi che una donna non rivelerebbe a nessuno».
The Atlantic
«L’opera riflette, come un cristallo, momenti sparsi nella vita di una madre senza nome… Rivelatrice, spesso mozzafiato».
The Irish Times
«I dodici capitoli di vita urbana sono dettagliati con grande semplicità – trovare un appartamento, scoprire una perdita di acqua, visitare un parco – ma nelle mani di Tsushima raggiungono una chiarezza ingannevole e luminosa».
The Guardian
«Nel dominio impalpabile di Tsushima ogni angolo è pieno di luce e non c’è nessun luogo dove nascondersi perché non è necessario – non per coloro che cercano una rivelazione».
Book Forum